+39 335 686 6211


Presentazione libro "Le Tre Vite di Goli"

Pubblicato dalla casa editrice Le Paoline, presso l'omonima libreria a Cagliari l'autrice Laura Cappellazzo a Cagliari il suo romanzo "Le tre vite di Goli", ispirato ad una storia realmente accaduta.
Modera il giornalista e direttore del settimanale diocesano "Il Portico", Roberto Comparetti.

Durante l'incontro, la dottoressa Elisabetta Dessì presenterà le iniziative sociali pro immigrazione dell'associazione di Quartu Sant'Elena "La Matrioska", in particolare il progetto Clothes for inclusion, con cui quest'anno hanno partecipato a Bologna al Festival Rivestiti. È un progetto in cui attraverso le tradizioni tessili Sarda e Africana viene raccontato l'incontro tra le due culture.
Parte del ricavato della vendita del libro sarà donato in beneficienza alla suddetta Associazione.

Sinossi dal sito web Le Paoline, dove si può acquistare il testo:

Goli è una donna iraniana costretta a lasciare la sua terra per salvare se stessa e i suoi due figli. Nonostante la sua giovane età, sente di aver già vissuto tre vite. La prima in Iran, dove la parola e la vita di una donna vale poco, troppo poco. A dodici anni Goli viene data in sposa a un uomo violento, da cui divorzia. A quindici si risposa con un uomo ugualmente malvagio, da cui ha due figli. Divorzia di nuovo. La seconda vita è in viaggio. Goli abbandona Isfahan, la città dove ha sempre vissuto, e intraprende un viaggio di centinaia di chilometri lungo la rotta balcanica, traiettoria generalmente seguita dai migranti che dalle regioni asiatiche intendono raggiungere l’Europa. Un viaggio fatto di violenza e soprusi. La terza vita si svolge in Italia, al presente. Goli racconta della fatica di ricominciare, lasciandosi i fantasmi alle spalle. 

Ispirato a fatti realmente accaduti, questo romanzo di Laura Cappellazzo – autrice particolarmente sensibile ai diritti umani e alla condizione femminile - è un excursus nella società iraniana, dove la parola di una donna, in tribunale, vale la metà di quella di un uomo; è una testimonianza dei soprusi cui va incontro chi si trova nella posizione "debole" di migrante; è la rivelazione del coraggio e della perseveranza di una donna che non ha mai smesso di difendere la propria dignità.