Chiesa di San Benedetto
La Chiesa di S. Benedetto di Quartu S. Elena è situata in via Marconi. Il lato destro ed il prospetto posteriore si affacciano sul vico S. Benedetto.
L’ edificio è di linee semplici ed essenziali con una muratura in pietra incoerente o appena sbozzata legata con malta e rinforzata nei quattro cantoni da robusti conci disposti in file sfalsate, secondo una tecnica che compare in alcuni edifici d’ impianto romanico ed in altri edificati in un periodo di transizione tra lo stile citato, il gotico italiano ed il gotico catalano.
La facciata a capanna è sormontata da un piccolo campanile a vela al centro di essa e sul lato destro si aprono i due portali a sesto acuto, incorniciati da pietre ben lavorate. Due oculi, uno nella facciata e l’altro sulla parete opposta, danno luce all’interno.
La Chiesa di S. Benedetto è fedele al suo primo impianto, eretto verosimilmente da maestranze locali nel XIV secolo. Benchè contesto spaziale e motivi stilistici derivino da esempi architettonici nati tra gli ultimi anni del 1200 ed i primi del 1300, prima della comparsa nell’ isola del gotico catalano, la conoscenza di modi propri a questo stile, evidente soprattutto nelle centine a ventaglio delle porte, presuppone una datazione più tarda.
La chiesa, la cui documentazione più antica risale al 1599, viene aperta solo l’11 luglio in occasione della festa in onore del Santo. Nei secoli scorsi era, invece, amata e frequentata e le venivano fatte numerose donazioni riportate da alcuni atti di censo, di cui tra i più antichi quello del 1639. Nel 1761, quando era già dentro al centro abitato, era officiata una messa perpetua grazie a una donazione documentata, dai cappuccini del vicino convento di S: Francesco.
L’interno è realizzato secondo moduli ancora tardo-romanici già in collisione con il gotico, propri di architetture religiose della fine del 1200 dei primi del 1300, come S. Pietro di Ponte. Presenta infatti, come questa, una sola navata dalle proporzioni allungate, coperta da tavolato su capriate e conclusa a sud-est da un’abside semicircolare il cui semicatino si risolve all’esterno in una copertura quasi piatta.
Unica differenza rispetto agli esempi citati è la maggior altezza della cappella presbiteriale e la presenza intorno all’arco che circonscrive quest’ultima di una cornice di conci uguali. L'abside ricorda per modi e proporzioni la chiesa di Nostra signora del Buon Cammino.
L’architettura dei due portali è tipica delle chiese sarde risalenti ai primi del 1300 ed essi si risolvono all’interno in un arco a sesto ribassato e impostato su alti piedritti, entrambi costruiti su conci diseguali. Le luci, che presentano un arco a sesto acuto saliente aguzzo ed incisivo accompagnato da una cornice di conci ben lavorati, manifestano un evidente influsso catalano nel gusto della disposizione a ventaglio dei conci della centina.
Poiché non si notano riprese murarie che presuppongono interventi attuati in tempi diversi e dato che i conci presenti nei cantoni sono in tutto simili a quelli che incrociano le porte e l’abside, è verosimilmente che l’edificio non abbia subito, nel tempo, interventi tali da alterarne l’aspetto originario.
Nei puntuali registri della Causa Pia sono del resto annotate sin dal 1659, per quanto lo riguardano solo spese per semplici lavori di manutenzione. Gli stessi registri riferiscono, però anche un’altra notizia interessante e inaspettata: la chiesa aveva una «lolla», costruita prima del 1660.
Fonte: "Itinerari urbani tra archeologia e storia" - Liceo Artistico Brotzu e Amministrazione Comunale di Quartu Sant'Elena