Chiesa di San Forzorio
La chiesa si trova in località Santu Frassori, presso l’omonimo stagno, inserita in una fattoria che l’ha interamente incorporata, sulla strada che collega Quartu con Sant’Isidoro. Fu acquistata dalla famiglia Perra, attuale proprietaria, nel 1800.
Mancano notizie sulla fabbrica romanica ascrivibile alla fine del XIII secolo. La struttura si conserva con poche alterazioni rispetto all’impianto originario con evidenti riferimenti a un ambito storico tardo romanico improntato su criteri di grande semplicità.
Ha subito nel corso degli anni vari restauri, che hanno deteriorato l’ impianto murario. Incerta è l’origine del nome del Santo titolare che non figura in nessun martirologio né menologio e pertanto può essere la deformazione popolaresca di un altro nome, forse S. Lussorio (S. Luxori) oppure "Forzore" nome ancora in uso in Toscana.
L’impianto è ad aula mononavata, insolitamente allungata è di mt 9,00x 4,50. Il prospetto frontale a sud ovest mostra un paramento murario in conci di arenaria di taglio irregolare.
È munita di un piccolo campanile a vela con una sola luce semicircolare simile alla chiesa di S Platano. Nel portale architravato i capitelli sono sagomati con piatta foglia triangolare nervata a sinistra e a sguscio dritto a destra.
Al lato sinistro della facciata, troviamo un grosso monolite sempre in materiale calcareo recuperato forse da qualche costruzione romana. Sulla mensola che regge a sinistra l’architrave della porta, è scolpito uno stemma bipartito molto deteriorato.
La luce d’ingresso è sovrastata da una rudimentale monofora squadrata con la parte superiore a 45°.
Nel prospetto posteriore sporge il corpo cilindrico dell’abside realizzato in pietrame misto di varia pezzatura, legato con malta, sovrastato da una monofora rettangolare che all’interno assume la forma di una piccola croce greca.
L’ unico elemento decorativo è la cornice sotto il tetto formata dai piccoli conci che sporgono regolarmente dai muri laterali interrompendosi in due modesti gocciolatoi scanalati in pietra. Per quanto riguarda la decorazione dell’interno, troviamo nella volta a botte sorretta da un arco portante poggiante su mensole, una delle quali è ottenuta accostando due elementi che frontalmente si pronunciano come i rocchi del capitello ionico.
La volta riporta una cromia azzurra con stelle dorate in alcuni punti distaccata per l’umidità. Gli unici arredi presenti sono un altare in muratura all’interno di una teca di legno e vetro di aspetto novecentesco e il simulacro ligneo di fattura settecentesca di un giovane santo con palma del martirio e libro.
Il primo documento attestante l’esistenza della chiesa di San Forzorio è la relazione sulla visita pastorale del 1599, dove è descritta in stato di semi-abbandono. Tale situazione indusse Mons. Lasso Sedano a nominare obrieri i quartesi Antioco Milia e Antioco Piludu perché la restaurassero a spese delle donazioni dei fedeli. Tra il 1722 e il 1726 l’edificio versava tuttavia ancora in rovina e perciò venne completamente ricostruito verso il 1761.
Nel 1793 i Francesi, sbarcati al Margine Rosso nel tentativo di conquistare Cagliari, nel tragitto verso la città profanarono la Chiesa. Posero nel simulacro del santo il berretto fregio e la coccarda tricolore, simbolo di rivoluzione e il nome del santo fu cambiato in San Farsaire (San Buffone). Il degrado progressivo portò la sconsacrazione ai primi del 1900.
Fonte: "Itinerari urbani tra archeologia e storia" - Liceo Artistico Brotzu e Amministrazione Comunale di Quartu Sant'Elena