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Chiesa di San Pietro di Ponte

La chiesa di San Pietro di Ponte è inserita nel cimitero comunale.

IL sito corrisponde all’antico Quartu Suso, a breve distanza da un ponte romano lungo la strada da Carales a Ferraria. Il repertorio ornamentale dell’edificio indica la ricostruzione per opera di maestranze tardoromaniche attive nel giudicato di Cagliari nell’ultimo quarto del XIII sec.

L’aula è a mononavata con abside a sud est scandita nella facciata da archi-diaframmati d’ispirazione gotico catalana. Sono ancora visibili gli incavi che contenevano le ciotole policrome maiolicate di cui permane solo qualche frammento.

La facciata è sormontata da un alto frontone che presenta al centro una bifora assai piccola e sproporzionata con gli archi ogivali separati da una tozza colonnina. In alto s’innalza un campanile a vela con luce ogivale inserita fra gli archetti rampanti.

Al centro della facciata si apre il portale dall'arco con conci diseguali sormontato da un sopracciglio, anch'esso a tutto sesto impostato su due piccole mensole modanate a gradini che contiene altre coppelle con resti di ceramiche policrome.

La porta è stata manomessa di recente con l'eliminazione dell'architrave di cui oggi restano le tracce negli stipiti. L'edificio è orientato a sud-est e presenta la facciata divisa in tre specchi, costituiti da due lesene lunghe e strette e da blocchi sovrapposti e scanalati frontalmente.

Le lesene sono unite tra di loro e terminano con elementi verticali ad angolo. Tre serie di archetti pensili di vario genere poggiano su mensole strette e alte con teste di toro scolpite

Nel prospetto laterale destro è visibile una porta murata simile a quella descritta con architrave ancora in sito. Anche i muri laterali sono coronati da archetti pensili simili a quelli della facciata e sono in gran parte seminascosti dall'addossarsi di magazzini, loculi e cappelle mortuarie costruiti in questo secolo.

Nel prospetto posteriore a capanna e privo di decorazioni sporge il corpo semicircolare dell'abside coperto a falda leggermente inclinata verso l'esterno e munito di finestrella architravata e murata all'interno.

All'interno l'edificio presenta una sola navata rettangolare chiusa a sud-est dall'abside semicircolare sottolineata da un arco a tutto sesto. La copertura di travi di legno poggiante su due archi ogivali a diaframma, è d’impianto gotico-catalano.

Delle strutture dell'edificio non rimane alcuna traccia dell'impianto tardo-bizantino donato a San Vittore nel 1119 e pertanto è probabile che i Vittorini abbiano ricevuto ruderi o soltanto il sito che conserva il nome del santo cui era intitolata la chiesa.

La semplice decorazione della Chiesa richiama alcuni elementi già presenti in altri edifici Vittorini della prima metà del XII secolo: tra questi le protomi taurine che ornano alcune mensole, la croce greca scolpita in una mensola del prospetto laterale e la croce pisana che campeggia nelle lunette di tre archetti. Nel riprodurre questi motivi decorativi gli scalpellini quartesi hanno rivelato abilità tecnica e molta fantasia.

Secondo valutazioni e confronti stilistici la costruzione dell'edificio si fa risalire alla fine del 1200, anche se l'esistenza in questo sito di una chiesa intitolata a San Pietro di Ponte è documentata in date molto precedenti. In un documento del 1119 essa figura tra quelle che Guglielmo, arcivescovo di Cagliari donò all'Ordine dei Vittorini ed è inoltre menzionata in un altro documento vittorino del 1164 perché oggetto di una controversia.

In un successivo documento del 1218 il papa Onorio III ribadì la protezione apostolica per il monastero di San Saturno determinandone ancora una volta le proprietà tra cui anche la chiesetta quartese di San Pietro di Ponte.
L'ultimo documento che ne attesta la proprietà Vittorina è del 1338.

Dopo questa data, nel 1444, rientra a far parte della mensa arcivescovile di Cagliari assieme ai residui possedimenti di San Vittore aggregati al Monastero di San Saturno. In seguito l'edificio cadde probabilmente in abbandono. In un documento del 1599 il vescovo di Cagliari i la descrive priva di porta e arredi e ordina agli obrieri quartesi di restaurarla attraverso questue.

Dalla visita pastorale del 1761 lo stato d'incuria continua. Nel 1872 il vescovo scriverà, dopo la sua visita a Quartu, che l'edificio è in restauro all'interno del nuovo camposanto dove sarà utilizzato come oratorio del cimitero.

Fonte: "Itinerari urbani tra archeologia e storia" - Liceo Artistico Brotzu  e Amministrazione Comunale di Quartu Sant'Elena